Anaip ha lanciato ReCAIB (Responsabilità e impegno ambientale nell'industria dei sacchetti di plastica), a piattaforma per la creazione di sacchetti di plastica promuovere le buone pratiche e il rispetto del Regio Decreto 293/2018.
Nel 293 è entrato in vigore il Regio Decreto 2018 sulla riduzione del consumo di sacchetti. Il suo ultimo provvedimento stabilisce quali sacchetti possono essere consegnati nei negozi: sacchetti con contenuto di materiale riciclato che vengono scartati nel contenitore giallo e sacchetti biodegradabili e compostabili di diverso spessore a seconda del loro utilizzare e gettare nel contenitore marrone.
Gli obiettivi di questa piattaforma sono rafforzati dal regolamento 2019/1020 sulla vigilanza del mercato e la conformità dei prodotti.
"L'adesione a questo patto avrà un effetto positivo sulla società e speriamo che migliorerà l'immagine sleale che esiste oggi nei confronti dei prodotti che produciamo", spiega. Pietro Melgarejo, direttore dell'organizzazione e della strategia di Eversia e portavoce di ReCAIB.
Le sacchetti di plastica tradizionali (Quelli che vengono scartati nel contenitore giallo e poiché l'applicazione del Regio Decreto sono fabbricati con diverse quantità di materiale riciclato, dal 50%) non sono sacchetti monouso, ma sono progettati per resistere a più usi, secondo la norma UNE 53930-1 / 2, che li rende un'alternativa economica, efficiente e più rispettosa dell'ambiente rispetto a quelli realizzati con altri materiali.
Infatti, un sacchetto di plastica riutilizzabile pesa solo 20 grammi, mentre uno di carta ne pesa 50. La carta richiede molta più energia per essere prodotta e riciclata. Per quanto riguarda i sacchetti di stoffa, un sacchetto di cotone pesa 250 grammi e la sua produzione consuma così tanta acqua, terra, fertilizzanti o pesticidi che dovrebbe essere riutilizzato almeno 200 volte per avere un impatto ambientale inferiore rispetto a un sacchetto di plastica.
Le sacchetti biodegradabili e compostabili, Secondo la norma UNE-EN 13432, sono appositamente progettati per il contatto con gli alimenti (ad esempio quelli utilizzati nel reparto ortofrutta del supermercato) e solitamente vengono scartati dopo l'uso per motivi igienici, poiché spesso rimangono resti del cibo che contengono. Pertanto, in termini ambientali, è più utile se sono realizzati in plastica compostabile e vengono gettati nello stesso contenitore dei rifiuti organici. Queste borse devono essere certificate e possono essere facilmente identificate attraverso il punto marrone, dello stesso colore del contenitore in cui vengono smaltiti. Per evitare cattivi odori durante la raccolta dei rifiuti organici, l'opzione migliore è utilizzare un secchio aerato anziché uno stretto.
Il regio decreto 293/2018 prevede anche la creazione di un registro dei produttori e degli importatori di borse per raccogliere informazioni sulla quantità di questi prodotti che viene immessa sul mercato. Questo registro consente di raccogliere informazioni veritiere e garantire il raggiungimento degli obiettivi stabiliti dalla normativa.